LECCE - Venerdì 19 gennaio si accendono i riflettori sulla mostra Creature di Sabbia, capitolo conclusivo dell’omonimo e articolato progetto di “determinazione artistica”, per promuovere l’uguaglianza di genere, diritti violati e l’empowerment delle donne del Mediterraneo, dodici anni dopo le primavere arabe.
Finanziato da Regione Puglia – Assessorato al Welfare, con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, sul bando Puglia Capitale sociale 3.0., Creature di sabbia, è un progetto promosso dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, in collaborazione con l’Associazione Positivo Diretto, il Polo Biblio-museale di Lecce, il Comune di Lecce, l’Associazione N.O.I Salento.
È entrato nel cuore delle sue attività lo scorso maggio con una inedita e intensa residenza d’artista sull’ uguaglianza di genere e i diritti violati delle donne dodici anni dopo la primavera araba e finalizzata a portare a compimento un processo di sensibilizzazione e formazione sia artistica sia sociale sui diritti umani attraverso l’arte, rappresentata da quattro artiste di origine araba e mediorientale che risiedono in Italia per motivi di studio o di lavoro e altre coetanee di simile provenienza, cultura e religione, residenti a Lecce e attive nel campo della mediazione interculturale.
Il gruppo è stato protagonista di intense attività di approfondimento e creazione e momenti aperti a tutta la comunità, affrontando ambiti con cui la narrativa, la pittura, il design, la fotografia, il cinema, le arti visive interpretano i temi della sopraffazione e della violenza sulle donne. Non sono mancati stimoli interculturali di natura sociologica, antropologica, sociale. A coronare quella esperienza, le quattro giovani artiste, due iraniane, una tunisina, una marocchina – sono ora protagoniste di una Mostra unica nel suo genere che porta al pubblico personali esperienze e universi artistici inediti.
Secondo i curatori della mostra, Andrea Laudisa ed Alice Caracciolo, “La creatura di sabbia del romanzo di Ben Jelloun, da cui questo progetto prende ispirazione, è una creatura mutevole, plasmabile, capace di ridefinire sé stessa e resistere alle pressioni esterne con coriacea forza. È stato facile quindi osservare una forte convergenza simbolica tra il personaggio del romanzo e le quattro artiste in mostra: la tunisina Rafika Ferchichi, la marocchina Salma Hilmi, e le iraniane Khathereh Safajoo e Mehrnoosh Roshanaei. Il percorso di circa sei mesi, affiancato da esperti di rilievo internazionale e dai curatori del progetto, ha portato alla formalizzazione o al perfezionamento di quattro opere sulle quali le artiste stavano già lavorando. Attraverso una pluralità di linguaggi espressivi, le artiste si sono confrontate con la riscoperta delle proprie radici e hanno affrontato il limite percettivo delle diversità culturali parlando un linguaggio universale”.
La mostra, visitabile gratuitamente dal 19 gennaio al 9 febbraio accompagna i visitatori attraverso un’esperienza fortemente immersiva e di impatto emotivo, con installazioni video e sonore, ed una pluralità di richiami attraverso il gioco in campo di più media e storie personali che riescono a toccare ognuno. "Dio creò gli esseri umani a partire da una sola persona o anima" recita un verso del Corano che si trova in una posizione centrale dei una delle installazioni; un potente appello all'unità contro la violenza di genere, che sottolinea che ogni individuo, indipendentemente dal genere, è una parte essenziale della stessa anima universale".
Orari di Apertura e chiusura
Lunedì- Domenica
h.9,30/12,30 – h.16,30 /20,00
Mehrnoosh Roshanaei è nata e cresciuta a Teheran, in Iran, e attualmente vive e lavora a Bologna. Ha studiato arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Vienna e Düsseldorf, dove ha avuto il privilegio di essere seguita da rinomati artisti come Monica Bonvicini, Marina Grizinic, Davide Rivalta e Luca Bertolo. Durante la sua carriera artistica ha vinto diversi premi, tra cui la Biennale Monza nel 2021, il Premio Nocivelli a Brescia, il Premio Zucchelli 2021 e il Premio Young Art Award della Fondazione Golinelli 2020 a Bologna, e il Premio Carapelli presso la Triennale di Milano nel 2019. La sua arte è l’espressione della sua identità come donna iraniana e delle complesse esperienze che accompagnano l’immigrazione. Attraverso il suo lavoro, si impegna a sfidare le preconcette nozioni sull’identità e a mettere in luce la bellezza e la profondità che derivano dalla diversità.
Khatereh Safajoo scenografa e artista multimediale, pratica nei campi dell'arte dell'installazione e dell'arte 3D. È nata nel 1992 a Tehran, dove è cresciuta a Teheran, e dove ha iniziato i suoi studi artistici. Ha conseguito la sua prima laurea in Teatro presso l'Università d'arte di Teheran nel 2016. Ha proseguito i suoi studi con una seconda laurea in Scenografia per il Teatro e ha completato la sua Laurea specialistica in Scenografia per il Cinema e la Televisione nel luglio 2022, entrambe presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Si concentra sull'astrazione e sulla ri-immaginazione di ambienti e spazi mentre sperimenta e cerca di evocare i ricordi e le emozioni della sua infanzia da giorni nostalgici del passato con la sua arte.
Rafika Ferchichi nasce a Tunisi nel 1978, laureata in scultura ed è attualmente iscritta al biennio specialistico con indirizzo nuove tecnologie presso l'accademia di Belle Arti di Bari. La sua ricerca può essere definita versatile, attraverso l'uso sistematico di scultura, installazione e performance. Nel suo lavoro adopera un lessico attinente al mondo femminile, come la tessitura, retaggio di un'infanzia con una mamma e nonna tessitrici di tappeti. Decide di fare parte di un tacito patto dove le donne attraverso il lavoro tessile, in un linguaggio fatto di simboli, si raccontano e affrontano le fatiche della vita: il tappeto diventa il tema principale del suo lavoro, giocando con altri materiali di natura povera e al contempo imponente come l'asfalto; crea il suo spazio formale, la sua casa e il suo diario dove annota incessantemente le sue intime riflessioni.
Salma Hilmi è studentessa al terzo anno della triennale presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Graphic Designer e Visual Designer con esperienze base anche in Web e Product Design.
Negli ultimi anni, ha realizzato ogni progetto assegnato, superando diversi ostacoli grazie alla sua volontà e creatività. Con i suoi progetti tende a comunicare tematiche che molte volte la società tratta superficialmente o che sono invisibili ai nostri occhi.
I temi che ama particolarmente trattare riguardano l'integrazione della cultura marocchina, a cui appartiene per nascita, con quella italiana, la sua patria adottiva. Ha partecipato a diversi concorsi durante la sua carriera scolastica seguendo vari corsi extrascolastici. Ha vinto alcuni concorsi, come il “Concorso Scolastico Europeo -XXX Edizione: C'è vita in Europa? Sulle ombre del nostro futuro”. Ha preso diversi attestati fuori dall'ambito scolastico.