LUNEDÌ 22 MAGGIO 2023, 10:34
Martedì 23 maggio nell’Auditorium del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce prenderà il via il progetto Creature di Sabbia, finanziato da Regione Puglia – Assessorato al Welfare, sul bando Puglia Capitale sociale 3.0.
Fulcro del progetto una Residenza d’Artista sull’ uguaglianza di genere e i diritti violati delle donne dodici anni dopo la primavera araba, che dal 23 al 27 maggio prossimi si snoderà attraverso un fitto programma di laboratori e momenti di confronto dialettico ed esperienziale con docenti, critici ed esperti del settore dell’arte, tra il Museo “S. Castromediano” e l’ex Convitto Palmieri - Biblioteca “N. Bernardini, e di eventi culturali e incontri multidisciplinari collaterali rivolti all’intera comunità.
Protagonista un gruppo composto da quattro artiste di origine e cultura araba musulmana – allieve di Accademie di Belle Arti – e quattro coetanee di simile nazionalità e religione residenti a Lecce e attive nel campo della mediazione interculturale. Le quattro studentesse selezionate fra quante hanno risposto alla Call inviata a tutte le Accademie di B.B..AA. e alle facoltà di Discipline delle Arti e dello Spettacolo italiane sono: Mehrnoosh Roshanaei, iraniana, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, la tunisina Rafika Ferchichi, iscritta all’accademia di Belle Arti di Bari, Salma Hilmi, Marocchina e Khatereh Safajoo, iraniana, provenienti entrambe dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Nel corso della Residenza di Artista, coordinata da Andrea Laudisa ed Alice Caracciolo, le partecipanti potranno mettere a valore una loro idea artistica o un loro progetto, verificarlo e confrontarlo con docenti, esperti, mediatori italiani. I docenti coinvolti nel percorso di formazione: Luca Bandirali, critico cinematografico, ricercatore senior in cinema, fotografia, televisione al DAMS di Università del Salento e Paolo Pisanelli, regista, fotografo, sceneggiatore; Donatella Tanzariello, avvocato immigrazionista e Valeria Carlini, portavoce e responsabile comunicazione - Consiglio italiano dei Rifugiati, Roma; Takoua Ben Mohamed, graphic artist, giornalista, illustratrice, fumettista, Rossana Gaddi, designer della comunicazione, ricercatrice del Dipartimento di Architettura della Università di Chieti-Pescara e Raffaella Massacesi, docente di design della comunicazione alla Università di Chieti-Pescara;Beatrice Bambi, designer,Laleh Davoudi, mediatrice interculturale; Irene Strazzeri, professore associato di Sociologia della globalizzazione di Università del Salento e dell’Imam SaifeddineMaaroufi, fondatore dell’Associazione Noi Salento, docente di Giurisprudenza islamica comparata all’Istituto superiore di studi islamici di Sesto san Giovanni; Giorgia Salicandro, giornalista e scrittrice; Valentina D’Andrea, scenografa ed illustratrice.
Nel loro percorso di residenza fra attività laboratoriali e workshop, work discussion, talk, le giovani donne saranno affiancate per due mattine (23 e 27 maggio), da gruppi di allievi degli Istituti Artistici della provincia di Lecce (I.I.S.S. E. Vanoni di Nardò, IISS Don Tonino Bello -Nino Della Notte .- Tricase-Alessano, IISS E. Giannelli di Parabita, Liceo Artistico e Coreutico Ciardo Pellegrino di Lecce, Liceo Colonna di Galatina), individuati fra i dirigenti scolastici fra quanti nelle ultime classi sono più attratti dalle tematiche della uguaglianza sociale, della prossimità delle relazioni, della parità fra i generi, della battaglia contro le violenze sessiste o razziali.
Obiettivo principale del progetto è quello di portare a compimento un processo di sensibilizzazione e formazione sia artistica sia sociale sui diritti umani fondamentale non solo per le otto partecipanti ma per una rappresentanza significativa della comunità giovanile salentina, che avrà l’opportunità di cogliere il valore dell’arte al di fuori dei luoghi convenzionali culturali, di riflettere sulla “primavera araba” e sul ruolo che la cultura ebbe in quelle rivolte, la cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini” incentrata sulla musica, le poesie, i graffiti. E avranno conferma che l’arte e la cultura sono gli strumenti più efficaci per sconfiggere modelli comportamentali di sopraffazione affermatisi nei secoli.
Il titolo del progetto deriva dal romanzo omonimo di Tahar Ben Jelloum che racconta le vicissitudini di una donna che per tutta la vita, per vari motivi legati ad una società fortemente patriarcale, finge di essere uomo e intende, in questo particolare momento storico, promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne del Mediterraneo, attraverso un percorso combinato di promozione e diffusione dell’arte quale strumento inclusivo, che contribuisce a lenire e curare le anche le ferite più profonde dell’anima.
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