Massimo Torrigiani ospite del finissage della mostra di Balsebre
In occasione del finissage della mostra su Vittorio Balsebre, nell‘ambito del progetto Pugliartists, il talk con Massimo Torrigianie i curatori del percorso espositivo, negli spazi del Conservatorio Sant‘Anna, Lorenzo Madaro e Brizia Minerva.
Direttore del nascente Polo per l’arte e la cultura contemporanea del Comune di Bari, Coordinatore del Comitato scientifico del PAC - padiglione d‘arte contemporanea del Comune di Milano, direttore creativo di Art In The City Shanghai, un festival dedicato alla nuova scena creativa in Cina, è stato inoltre direttore artistico di Capo d‘Arte, una serie di mostre a Gagliano del Capo (Lecce), dove ha curato personali di Shilpa Gupta, Soundwalk Collective e Yang Fudong.
Il critico e curatore d‘arte si racconta durante l‘incontro organizzato nell‘ambito del progetto Pugliartisit:
“Mentre ero a Shanghai l’Assessore alla cultura del Comune di Bari, Silvio Masselli e la giunta Vendola mi chiamarono per collaborare ad nuovo nuovo progetto. Avevano in mente di creare un polo dedicato all’arte contemporanea, che prevede l’articolazione di 3 spazi: Ex mercato del pesce, Teatro Margherita, e Spazio Murat. Un progetto museologico con la destinazione di spazi dedicati al dialogo e alla conversazione sull’arte contemporanea, un polo o meglio di centro per le discipline e le arti.“
Il critico d’arte ieri pomeriggio ha presentato i rendering delle tre strutture baresi dedicate a spazi espositivi, laboratori, arti performative, spettacoli musicali e attività ricreative:
“L’ex mercato del pesce tornerà ad essere mercato, i piani superiori invece saranno dedicati a spazi espositivi, uffici e laboratori. Il tetto della struttura sarà una piazza all’aperto fruibile a tutti i cittadini, restituendo alla città una tipologia, oramai dimenticata delle piazze sopraelevate, che nei decenni sono state acquisite da privati. Lo Spazio Murat, attualmente aperto come Puglia Design store, un progetto sperimentale sul design di innovazione pugliese che ha reso possibile economicamente le attività del Polo.
La commistione tra linguaggi, tra approcci e attività è per me centrale, bisogna immaginare senza impocrisie, delle possibili promiscuità tra attività commerciali e attività espositive di ricerca e di laboratorio.
“Il commercio mi ha sempre interessato tanto quanto il no profit, la ricerca mi interessa tanto quanto una ricerca di estetica questa sorta di incoerenza ha sempre guidato le mie attività e alla fine lo snodo di tutte queste cose mi ha reso così oggi”
“Trovo gli artisti italiani bravissimi, trovo che siano spesso così sofisticati da esser fortunatamente incapaci di produrre delle iconografie riconoscibili e di successo, perché fanno spesso lavori molto sottili e sofisticati e quindi poco riconoscibili. E’ innegabile la qualità artistica, come è innegabile l’ inesperienza rispetto alle controparti internazionali. Molte istituzioni d’arte in italia, essendo private, non concedono grandi spazi e fiducia alla spinta contemporanea italiana, quindi cercano artisti internazionali“
“Ho ideato Fantom, un collettivo dedicato alla fotografia e alla musica, nasce come rivista attorno alla fotografia, in un Paese in cui sembravano esserci solo due strade: la fotografia d’arte e quella rappresentativa all’italiana. Per noi invece la foto è uno snodo per riflettere sulla creatività in generale. Il nostro motto segreto era rubato da Jean-Luc Godard: «La fotografia non è il riflesso della realtà, ma la realtà di quel riflesso». Credo sia sempre importante cercare di guardare se stessi mentre guardiamo qualcosa. Mettere l’osservatore sotto la lente di osservazione.
“Credo che il motivo per il quale mi hanno chiesto di dirigere la fiera sia questo, insieme all’idea che per un sistema dell’arte imprevedibile e velocissimo come quello cinese ci volesse un occhio abituato a seguire e decodificare il nuovo“.
Nel programma di SH Contemporary 2011 ci sono, oltre alla prima edizione del Asia Pacific Photography Prize, diversi progetti speciali divisi in 4 sezioni: Hot spots, che includevano lavori monumentali e site-specific realizzati appositamente da autori noti, cinesi e non; Video Room, un programma di visioni selezionate da un team di curatori cinesi; e Search, una vetrina che racconta come la southeastern art viene rappresentata e categorizzata attraverso la letteratura, il mercato, i media.
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Come diceva Mario Praz “La cultura viaggia attraverso gli oggetti e spesso gli oggetti viaggiavano intorno al commercio arrivando in tutto il mondo. La vendita e il commercio impongono una razionalità, e il progetto di ricerca legato allo spazio Murat di Bari sancisce proprio questo legame. Avere nel primo spazio del Polo un’attività che è insieme commerciale e di ricerca, legata all’innovazione e al nostro saper fare, mi intriga molto. In queste attività ci sono spesso ambiguità, scivoli, inciampi possibili… ma in tutte le avventure sono presenti”